La Certosa di Capri
La Certosa di San Giacomo, meglio conosciuta come la Certosa di Capri, è un monastero medievale, sopravvissuto negli anni alle incursioni dei pirati e alle guerre, nonché alle diverse dinastie imperiali. E' il cuore culturale dell'isola ma ora la sua sopravvivenza è a rischio: serve un intervento di restauro urgente per garantire il suo futuro.
Isola di Capri
Italia
Campagna chiusa.
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UN GIOIELLO SULLA SCOGLIERA
Tra i più antichi edifici dell’Isola di Capri, la Certosa è un gioiello architettonico che domina dalla cima di una scogliera il Mediterraneo e dalla quale ammirare i Faraglioni. Il complesso comprende un gruppo di grandi edifici e spazi aperti tra cui: la chiesa, il refettorio, il canonico, il Chiostro Piccolo, il Chiostro Grande, il Quarto del Priore e diversi splendidi giardini. Per molto tempo, il monastero era sia la farmacia che l’ospedale dell’isola, nonché il suo centro spirituale. Oggi la Certosa di San Giacomo è di proprietà dello Stato italiano ed aperto al publico, ospitando un liceo, una bliblioteca e un museo. Nei mesi estivi vengono ospitati all’aperto diversi concerti musicali, conferenze e altri tipi di eventi, rendendo la Certosa un continuum del nucleo culturale come era stabilito una volta.
Per molto tempo, il monastero era sia la farmacia che l’ospedale dell’isola, nonché il suo centro spirituale.
Oggi la Certosa di San Giacomo è di proprietà dello Stato italiano ed aperto al publico, ospitando un liceo, una bliblioteca e un museo.
Nei mesi estivi vengono ospitati all’aperto diversi concerti musicali, conferenze e altri tipi di eventi, rendendo la Certosa un continuum del nucleo culturale come era stabilito una volta.
LO STATO CRITICO DEL CHIOSTRO PICCOLO
L’elegante e intimo Chiostro Piccolo è uno dei tesori architettonici e artistici più importanti della Campania, edificato secondo il progetto di San Bruno, fondatore dell’ordine monastico Certosino. Le sue arcate poggiano su 18 antiche colonne marmoree, impreziosite da capitelli di origine romana e bizantina. Queste esili colonne sono il fondamento dell’intero complesso e ne garantiscono la sopravvivenza. Se non ci fosse un intervento di restauro urgente, sarebbe minacciata la sua stessa esistenza e la popolazione di Capri rischierebbe di perdere un monumento identificativo dell’isola come il suo stesso mare.
Diversi interventi hanno interessato le colonne: nessun restauro si è dimostrato, però, duraturo nel tempo. L’ossidazione delle aste metalliche inserite in un certo numero di colonne (sopra, a sinistra)– al fine di rinforzare e sostenere il peso degli archi – ha corroso nel tempo il marmo causando spaccature e lesioni, in particolare modo alla base, dove sono state apposte ulteriori cerchiature metalliche. Dato lo stato critico delle colonne, il direttore della Certosa, la Dott.ssa Patrizia Di Maggio, ha classificato il loro restauro come urgente.
Le colonne di spoglio in marmo bianco di epoca Imperiale sono coronate con capitelli di diversi epoche e ordini architettonici. Alcuni sono databili all’età Giulio-Claudia (I secolo d.C.) – p.es. il capitello corinzio (sopra, a destra) presumibilmente preso dalla villa dell’imperatore Claudio sull’isola. Altri risalgono al medioevo (XII-XIV secolo), sia quelli caratterizzati da foglie lisce e da grandi volute angolari che presumibilmente sono del XII secolo, che quelli a crochet in marmo bianco che riflettono uno stile diffuso in Italia tra il XIII ed il XIV secolo. La loro storia e grande età rendono sia le colonne che i capitelli insostituibili e questo intervento di restauro assicurerà il loro futuro per secoli a venire.
ADOTTA UNA COLONNA
Il progetto di restauro inizia con un’approfondita indagine scientifica per scoprire l’effettivo stato interno di ciascuna colonna. Lo studio sarà condotto da un team di tecnici esperti di diagnostica che utilizzeranno metodi non invasivi come la radiografia. Ogni colonna dovrà, quindi, essere smantellata, restaurata e ripristinata. Il restauro si svilupperà in quattro fasi, rispettivamente per ogni lato del porticato del Chiostro Piccolo. Si procederà in questa prima fase con il restauro delle prime cinque colonne.
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L’OBIETTIVO
L’obiettivo da raggiungere per la campagna di restauro delle prime cinque colonne del Chiostro Piccolo è di €18.725: i costi del restauro ammontano a €15.895 (22% iva inclusa v. link sotto), 6% per i costi del funzionamento della piattaforma, 3% di commissione per la carta di credito, il contributo per la produzione del materiale di comunicazione e la gestione della campagna. A prescindere dalla somma raccolta durante la campagna di crowdfunding al termine del tempo stabilito, tutte le offerte saranno destinate al restauro.
LA CERTOSA NELLA STORIA
Sotto il patronato reale di Giovanna I d’Angiò, Regina di Napoli, la Certosa è stata fondata tra il 1371-1374 dal suo segretario e Gran Ciambellano, il Conte Arcucci, nobile di Capri. La Certosa è sopravvissuta a più di sei secoli di misfatti, saccheggi e devastazioni da malattie che sembrano la sceneggiatura di una produzione Netflix. Orde di pirati turchi, e prima ancora i corsari Kair-ed-ddin e Mustafà Bassà, arrivarono razziando nel 1500, seguiti agli inizi del 1800 da Joseph Bonaparte, che in vero stile napoleonico cesso la vita monastica alla Certosa, bandendo i monaci dall’isola per sempre. Negli anni successivi la Certosa subì un declino, e venne usata per scopi tutt’altro che religiosi, come prigione (1815), come ospedale per invalidi e come caserma per i soldati (1860). Dal 1871 al 1901 la Certosa divenne una prigione militare e dal 1936 al 1958 venne occupata dall’Ordine Lateranense. In seguito fu utilizzata come scuola, come biblioteca e come museo.
Questa campagna è promossa da:
Amici della Certosa di Capri, l’associazione internazionale di beneficenza dedita al restauro, alla conservazione e alla valorizzazione della Certosa di San Giacomo a Capri. I suoi enti costituitisi negli Stati Uniti, in Canada, in Gran Bretagna ed in Italia raccolgono i fondi sulla base del principio di deducibilità o vantaggio fiscale, allo scopo di sostenere la Certosa e i suoi programmi. Da quando vennero fondati nel 2005, gli Amici hanno raccolto fondi a sostegno di parecchi progetti di restauro, eventi culturali e mostre alla Certosa.